Si riporta l’articolo pubblicato da R.it (Repubblica on line) il 17 aprile 2015:

Forlanini, via all’operazione decoro. Primo sopralluogo, di cinque ore, della Regione coadiuvata dalla questura per ripristinare decoro e sicurezza all’interno del grande complesso sanitario al Portuense. Un primo intervento dell’ente di via Cristoforo Colombo a quasi due settimane dall’allarme lanciato dall’associazione culturale “Forlaninidomani” che aveva parlato di “un complesso diventato nel tempo terra di nessuno” e che avevano anche lanciato l’idea di “coinvolgere nel progetto di riutilizzo il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini” visto che “si tratta di un bene di grande valore architettonico e storico”.
Ora è iniziato il nuovo corso per questo grande complesso nato negli anni Trenta. E nel primo sopralluogo sono state controllate  “le strutture interne”. Trovati anche anche trovato “una decina di senza fissa dimora”. In più nei prossimi giorni sarà avviato un piano di pulizia straordinaria “con la rimozione dei rifiuti anche ospedalieri accumulati e delle attrezzature abbandonate da anni, e in contemporanea con l’allontanamento e l’identificazione  delle persone estranee”, spiegano dalla Regione.
Un’operazione che l’ente definisce “capillare” e che  “interesserà tutti i padiglioni e gli spazi dedicati ai servizi.”. E annuncia anche che  una volta avvenuta la bonifica tutti gli accessi saranno murati, mentre il complesso sarà sorvegliato, notte e giorno, e all’interno ci saranno  pattuglie a piedi e in auto. Al piano di ripristino del decoro contribuirà anche la questura e sarà coinvolta la centrale operativa dei Servizi sociali del Comune “per la presa in carico dei senza fissa dimora e di un nucleo familiare con presenza di  minori”.
Un intervento che richiederà diversi giorni  e “avverrà in totale trasparenza e con la documentazione  anche filmata di ogni passaggio”, ci tengono a sottolineare dalla Regione. Inoltre durante il questo primo sopralluogo sono stati trovati “un giovane polacco e una giovane italiana, che bivaccavano  nei locali tecnici sotterranei dell’ospedale San Camillo”.
E ora la Regione ha chiesto al direttore generale dell’Azienda ospedaliera di “presentare  una contestazione formale nei confronti della ditta che ha in carico i locali tecnici e non ha predisposto misure idonee per evitare l’accesso di persone non autorizzate che possono mettere a repentaglio la sicurezza dell’ospedale”. Non ultimo sarà messo a punto un piano per la demolizione della palazzina Monaldi, ora pericolante.

Un primo importante risultato della nostra battaglia per garantire il futuro di questo importante complesso.